di Toni Balbo
Ho cercato di ricostruire, non senza difficoltà, una parte della storia famigliare dei Bonis di Leinì partendo da frammenti ritrovati nel diario di Secondo Cravero, nell’archivio della locale Società Agricola Operaia di Mutuo Soccorso e nell’archivio de La Stampa.
È una storia dai contorni drammatici dove la passione, il sesso, il sangue, il potere, l’avidità, la morte, fanno apparire come anche in un paesino, come la Leinì di allora, la natura umana si scateni nelle sue più nefande manifestazioni.
Avverto i lettori facilmente impressionabili che il racconto contiene descrizioni di fatti violenti.
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