di Toni Balbo
Dopo più di tre lustri sono riuscito, finalmente, ad ultimare la genealogia dei Balbo di Leinì.
La ricerca è stata lunga e faticosa, non solo nel reperimento dei dati ma anche nella interpretazione degli stessi.
La raccolta dei dati (nome e date di vita) è stata fatta nei cimiteri, negli archivi comunali e parrocchiali, negli atti testamentari, ecc. e mi sono limitato alla linea paterna.
Il loro ordinamento ha comportato la comparazione delle date ma anche dei nomi di battesimo, che sovente si ripetevano. Curiosi quelli di Francesco – fu Francesco – fu Francesco, o di Francesco sepolto come Giuseppe: “la moglie pose”!
Il cognome era Balbo, ma anche “detto Mossetto”, ma anche solo “Mossetto” o, per non sbagliare: “Balbo Mossetto”!
I rami dei Balbo di Leinì sono tre, ai quali ho dato il nome del luogo di residenza, cioè Palera, Roveglia e Verdiero (via Matteotti).
La comparsa del primo Balbo a Leinì è datata intorno al 1770 e proveniva da Volpiano.
Nell’archivio parrocchiale di Volpiano sono risalito fino al 1630; tra tutti i Balbo, l’antenato di quelli leinicesi è Balbo Mossetto Giovanni Domenico morto il 5 luglio 1747: “Raccomandabile Giovanni Domenico fu Giovanni, dei Balbo Mossetto, di questo luogo, quasi ottantenne (nato perciò nel 1667), pentito e munito di Eucarestia, è morto la notte precedente e oggi è stato sepolto nel cimitero parrocchiale maschile”. Proprio così, in quell’epoca, a Volpiano, neanche da morti i maschi potevano stare vicino alle femmine!
A questo punto bisognava fare l’albero genealogico, come farlo?
Intanto mi sono limitato al ramo della mia famiglia, quello di Roveglia, se no veniva troppo grande.
Ho preso una tavola di legno e ho disegnato i solchi che i miei antenati hanno lasciato nell’albero della vita, a sinistra la scala delle date dal 1630 al 2090, a destra le incisioni della lunghezza di vita con il nome di battesimo, un righello permette di conoscere le date di nascita e di morte di ognuno.
E adesso tocca ad altri riempire gli spazi lasciati vuoti.