di Samuele Mamola
Secondo una tradizione storica lunga circa due secoli, la località di Tulfo e il relativo “tempietto” di San Cristoforo, sarebbero stati distrutti intorno alla fine del Duecento da qualche evento bellico.
Paviolo parla di un episodio bellico che ha coinvolto Leinì avvenuto nel 1291, Olivero cita l’episodio della distruzione di Tulfo mettendolo, apparentemente, in relazione con quello del 1291 citato dal precedente. Gli autori sembra abbiano attinto le loro informazioni relative l’evento del 1291 dallo studio di Luigi Cibrario inerente le istituzioni della monarchia sabauda.
Se non si può quindi confermare o smentire un possibile collegamento tra i due episodi, lo scrivente è riuscito ad appurare che almeno l’episodio del 1291 è effettivamente accaduto.
Ma prima di parlarne è opportuno fare un breve cenno al quadro storico regionale del periodo, cercando di motivare il perché di un evento militare in questa zona.
Dagli anni ’70 del Duecento, tra il nuovo conte di Savoia Amedeo V e il Delfino di Francia cominciano a nascere tensioni relative il controllo di alcune aree dell’attuale Svizzera circostanti Vaud e Ginevra. Ne sorgono scontri, salvo arrivare ad una debole pace nel 1287 che, per l’appunto, durò molto poco, tant’è che nel 1289 ripresero i dissidi tra le due parti.
Tuttavia le tensioni si allargarono fino al torinese. Amedeo V fu infatti costretto a scendere in Piemonte per provare ad arginare le mire espansionistiche del marchese di Monferrato. Nello stesso anno, il conte, strinse infatti una lega con il Comune di Asti contro il marchese monferrino e, successivamente, nel settembre del 1290, Amedeo V assedia l’avamposto marchionale di Pianezza, strappandolo al controllo monferrino.
In questo quadro, qui molto semplificato, si colloca la serie di eventi che coinvolsero vari centri abitati monferrini nei pressi di Leinì, i quali erano posti al limite con la zona, tendenzialmente dalla Stura di Lanzo in direzione sud, controllata dai Savoia.
Amedeo V, probabilmente per infastidire il marchese di Monferrato o per dare una prova di forza, avrebbe quindi incaricato, nel 1291, il vicario di Piemonte Amedeo di Conflans, castellano di Carignano tra il 1291 e il 1294, di perpetrare un’azione militare a danno di Fiano, Caselle, Ciriè, Leinì e una, non meglio specificata, zona del Canavese vicino Chivasso.
Dai dati reperibili nel conto di castellania del 1291, riusciamo a rilevare lo spostamento degli uomini capeggiati dal Conflans: partono da Carignano, si spostano a Rivoli (centro abitato sabaudo) e da lì muovono per offendere Fiano, scendono a Caselle e da qui sembrano diramarsi. Infatti un gruppo guidato dal Conflas stesso si muove ad offendere Leinì, per spostarsi poi in direzione di Chivasso e Canavese, un altro gruppo invece compie un altro tipo di offesa, ossia una cavalcata, contro Ciriè.
Leinì, Caselle e Fiano, sono state offese da uomini armati a piedi. Nel conto è specificato che Leinì fu attaccato da “molti uomini armati guidati dal vicario di Piemonte”, Fiano e Caselle fuono invece attaccate da “quattordici uomini armati”; Ciriè subì invece una cavalcata da “dodici uomini armati” a cavallo.
I dati reperiti nel conto di castellania di Carignano del 1291, ci permettono di inquadrare in maniera certa questo evento in una precisa tipologia di azione militare: la scorreria.
Nel caso di Fiano, Caselle e Leinì, questa fu compiuta da uomini a piedi, a Ciriè agirono invece uomini a cavallo.
Durante queste tipologie di eventi militari, ciò che avveniva era il dannegiamento di tutto ciò che si trovava al di fuori delle eventuali fortificazioni (inquadrabili in un castello, un ricetto, una cinta muraria). Si danneggiavano, quindi, campi, raccolti, alberi, cascine o case che si trovavano indifese, ossia tutto ciò che generalmente serviva alla popolazione del luogo e il cui danneggiamento si ripercuoteva anche sul marchese di Monferrato, a cui la popolazione dei luoghi, probabilmente, avrebbe potuto, dopo quel momento, appellarsi.
La tipologia di eventi militari che possiamo trovare in epoca medievale è varia e tutti hanno delle caratteristiche peculiari. In questo caso abbiamo di fronte una tipologia di episodio che nelle fonti è difficile da trovare, infatti generalmente si trovano notizie sporadiche di questi eventi; nel nostro caso siamo davanti a un caso fortuito con un’ottima qualità e discreta quantità di dati.
Infatti, oltre il numero degli uomini e le località esatte che sono state attaccate, possiamo leggere il costo della scorreria per ciascun luogo: Leinì costò 6 libbre (o lire), 2 soldi e 7 denari viennensi (denari di Vienne, in Francia); Caselle e Fiano costarono 6 libbre e 13 soldi; la cavalcata su Ciriè fu più costosa per via dell’ausilio degli animali, 23 libbre, 8 soldi e 19 denari viennensi.
Se paragoniamo il costo della scorreria su Leinì con quella su Caselle e Fiano, capiamo anche che su Leinì si mossero meno uomini che sugli altri due luoghi, probabilmente dodici invece che quattordici.
Sembrano pochi i componenti dei gruppi di armati che attaccarono questi luoghi, ma dobbiamo considerare che, al contrario di quanto il cinema ci propina talvolta, luoghi come Leinì, Caselle e Fiano, avevano sì un castello, ma gli armati a disposizione potevano attestarsi al massimo intorno agli 8/10, mentre la popolazione locale difficilmente si sarebbe messa di traverso a uomini armati, quanto piuttosto cercava rifugio nel castello o nel ricetto (se c’era).
Le dinamiche che caratterizzano questi eventi sono di estremo interesse, ma non vi è qui la possibilità di analizzarle. Rinvio a tal proposito, seppure non specifico del caso locale, alla lettura di “Rapine, assedi, battaglie (…)” e a “L’illusione della sicurezza (…)” del Professor Aldo A. Settìa, uno dei maggiori esperti in Italia ed Europa, sul tema.
Lo studio completo dell’episodio, più articolato e approfondito sotto alcuni aspetti, è in Studi Chivassesi 13, 2022, a cura della Società Storica Chivassese.