di Christian Chiatello e Toni Balbo
Periodicamente i Vescovi erano tenuti a visitare le chiese della propria diocesi con lo scopo di ispezionarne i luoghi, gli arredi destinati al culto ed eventualmente correggere gli usi inadatti.
Della visita veniva redatto apposito verbale che era poi trasmesso agli organi competenti della Chiesa.
Delle visite che si sono svolte presso la comunità religiosa di Leinì abbiamo diverse notizie riportate nel testo “Leinì ieri e oggi” di Olivero.
Recentemente è stato trovato presso l’archivio vescovile il verbale di una visita del quale però mancano la prima e la quindicesima pagina, di diciannove totali. La prima pagina riportava sicuramente le circostanze in cui si era svolta, la data, chi aveva officiato, ecc. Dalle date contenute nel documento possiamo però fare un’ipotesi: potrebbe essere la visita compiuta dall’arcivescovo Gian Francesco Arborio di Gattinara fra il 1727 e il 1731. Il verbale, in latino, è stato tradotto dal nostro associato Bruno Lupi.
La visita riguardò le principali chiese di Leinì: chiesa parrocchiale, con tutti gli altari ed il loro stato di conservazione, chiesa o oratorio dei Disciplinati, intitolato all’Illustrissimo Nome di Gesù, l’attuale San Giovanni, dove nella sagrestia è custodita “la sacra gamba del Santo Martire di Cristo Aurelio”, e infine la cappella privata dei Provana, intitolata a San Nicola, situata dove ora c’è il caffè Centro.
La nostra prima attenzione si è subito rivolta a quest’ultima cappella, perché speravamo di trovare notizie sulla pala dell’adorazione dei Magi di Defendente Ferrari. La speranza si è infelicemente infranta e anzi, viste le condizioni in cui versava la cappella, ha allontanato definitivamente l’ipotesi che tale pala fosse, in quel periodo, posta in detto luogo.
Interessante la descrizione della cappella che riportiamo integralmente di seguito:
“Dopo aver mangiato (l’arcivescovo) ispezionò la cappella che si trova nel medesimo luogo, intitolata a San Nicola, e vide che il suo Altare è tutto di mattoni, privo di mensa di legno, che ordinò di applicarvi. La cappella in sé è umida nelle pareti e nel pavimento, non ha una volta, ma un soffitto formato da tavole danneggiate dal tempo e chiaramente indecoroso. Sull’altare o sulla sua immagine non vi è un baldacchino, onde da detto soffitto possono facilmente cadere e scorrere sia polvere sia acqua. Inoltre, immediatamente sull’immagine si trova una finestra aperta che non serve a nulla; ordinò di murarla. Sulla parete, all’ingresso della medesima chiesa, vi sono altre quattro finestre, le cui due superiori sono praticamente aperte, ovverosia senza grate di ferro, e i muri richiedono riparazioni in più punti. E poiché per questo Altare è stato costituito un beneficio ecclesiastico semplice perpetuo col medesimo nome (di San Nicola), il cui Titolare è (…) e Amministratore il Signor Teologo Carlo Viale, che è tenuto a celebrare, personalmente o per mezzo di altri, due messe la settimana, facendole celebrare da un sostituto, che, detratte le spese di dette messe, dichiari di non avere altro reddito annuo che ottanta lire all’incirca e non è pertanto tenuto a tali riparazioni; al contrario l’Illustrissimo Signor Cavaliere Ottavio Nicola Provana, in qualità di curatore dell’Illustrissimo Signor Conte Francesco Ottavio Provana suo nipote, pretende che tali riparazioni spettino al predetto beneficiato. Perciò, tra le dispute dell’uno e dell’altro detta Chiesa permane in uno stato sempre peggiore, tanto che non si può celebrare la messa se non in modo indegno. Pertanto, affinché le riparazioni non siano ulteriormente rimandate, ordinò al Signor Giovanbattista Seroldo, che compare in nome del predetto Illustrissimo Signor Cavaliere, di avvisarlo che entro il prossimo mese compaia dinnanzi a noi, insieme al detto Signor Priore Viale, perché si possa conoscere a chi possano spettare le spese di tali riparazioni; e se entro quel tempo non si saranno curati di comparire, tale oratorio o Cappella sia sospeso, di modo che, finché non sarà stato da noi altrimenti dichiarato, nessun Sacerdote sia Secolare che Regolare possa e osi celebrare lì, sotto la pena della sospensione dai divini uffici da subire immediatamente. In tal caso il predetto onere delle due Messe venga trasferito all’altar Maggiore della Chiesa Parrocchiale di questo luogo, così che mentre vengono celebrate lì si dichiari di aver adempiuto tale dovere. Il detto Signor Teologo e Priore Viale possiede il suddetto beneficio associato a questo Oratorio su proposta e presentazione del fu Illustrissimo Conte Francesco Antonio Provana di Leinì, e, nel contempo, si afferma che sia del patronato della sua famiglia. A questo proposito comparve il Signor Pierfrancesco Lanzetti, a nome dell’Illustrissimo Signor conte Giuseppe Casimiro Provana di Frossasco, condomino di questo luogo, asserendo la nullità di una simile clausola, pretendendo nella causa di avere un diritto di privativa nei confronti di chiunque altro. Tale protesta, presentata così come sopra, il predetto Eccellentissimo e Reverendissimo Signor Arcivescovo accettò e accetta nei limiti del diritto e non altrimenti, diversamente né in altro modo.
Compiuti questi atti il medesimo Eccellentissimo e Reverendissimo Signor Arcivescovo e visitatore per continuare la sua visita, salito in carrozza con i suoi, si mise in cammino verso il luogo di Ciriè il giorno stesso; giunto là al tramonto si recò direttamente al Palazzo o Castello dell’Illustrissimo Signor Marchese Gerolamo Deauria, Marchese del medesimo luogo di Ciriè”.
La nostra associazione continua ad esaminare le altri parti del documento che verranno pubblicate in una prossima occasione.