Le ombre del passato di un leinicese

di Toni Balbo

È da poco trascorsa la Giornata della Memoria della quale abbiamo letto sui giornali le commemorazioni ed i ricordi di quel triste periodo.
Lo storico Gianni Oliva scrive su La Stampa del 27 gennaio: “Il Giorno della Memoria è stato voluto per ricordare le vittime della Shoah, ma anche i … 650 mila soldati internati. La vicenda di questi ultimi è a torto la meno conosciuta. Si tratta dei giovani sotto le armi delle classi tra il 1911 e il 1923 che, al momento dell’armistizio, si rifiutano di combattere per la Germania e vengono fatti prigionieri dalla Wehrmacht in Italia, nei Balcani, in Grecia, nelle isole egee e deportati nei campi in Germania. Dal punto di vista tedesco appartengono a un Paese «traditore», uscito unilateralmente dall’alleanza per accordarsi con il nemico angloamericano: per loro viene coniato lo status di «internati militari», che li differenzia dai prigionieri di guerra e li sottrae alle garanzie internazionali previste dalla Convenzione di Ginevra. Rinchiusi in Lager dove le condizioni di vita sono estreme, i soldati sono avviati al lavoro forzato, impiegati nell’industria bellica, nello sgombero delle macerie nelle città bombardate, nei lavori agricoli, forestali, minerari”.

Anche Leinì ha le sue storie da raccontare, una delle quali porta il nome di Cerutti Gaetano.
Conosciuto dai leinicesi come “Tano ‘dla ressia” (Tano della segheria) era un alpino che al momento dell’armistizio dell’8 settembre del 1943 si trovava a Marina di Massa Carrara.
Ha scritto la sua storia sul retro del coperchio della piccola valigetta di legno che conteneva i pochi effetti personali.
Questa la trascrizione fedele dei suoi ricordi:
CERUTTI GAETANO
Ricordo delle mie tristezze
Anno 1943 – 8 – 9 Marina di Massa Carrara Armistizio
9 – 9 Prigioniero – il 10 mi libero – Ripescato ad Alessandria il 10 sera – il 11 partenza per la Germania – il 13 ultimo saluto in terra Italiana. Il giorno 16 si arriva al primo campo di concentramento – THORN – CZESTOCHOWA – CHOLM – BIALA PODLASKA tutti questi campi in Polonia in seguito in Germania BREMENVORDE – HAMBURG – Liberato il 3 – 5 – 45 dagli Alleati “Inglesi”
Dopo circa tre mesi si a finalmente il ritorno
Il 28 – 7 partenza – il 2 – 8 si arriva in terra Italiana
Il 6 – 8 – 45 il mio ritorno in famiglia – è finita la vita schifosa. “Viva la borghesia”
Ricordo di Paesani durante le mie tragedie: Garino Francesco – Corgiat Domenico – Garino Mario – Verderone Giuseppe – Cristaudo Sebastiano
KR – GFR – LAGER
THORN
NR. 27081
STALAG.XX.A.

La valigetta di Cerutti Gaetano

L’Associazione Nazionale Ex Internati ha realizzato un quadro commemorativo, conservato nella pinacoteca del santuario della Madonna delle Grazie di Leinì, a ricordo di quella terribile esperienza.
Un’altra storia avrebbe potuto raccontarcela Alovisio Amedeo, anche lui rappresentato nel quadro della Madonnina. Era soprannominato Patòschi, una storpiatura ironica del campo dove era stato internato (forse Podlaska).

Il quadro degli internati di Leinì