Evoluzione storica di Leinì

di Toni Balbo

Come si è costituito e come si è evoluto l’abitato di Leinì?
Diciamo subito che non ci sono notizie storiche, per cui, se facciamo delle ipotesi, queste si basano unicamente su indizi che possiamo ancora oggi “leggere” ed interpretare.

Il primo insediamento umano organizzato, si fa risalire alla centuriazione romana del Canavese. Scoperta da Plinio Fraccaro nel 1941, è stata posizionata sul nostro territorio e ne sono scaturite alcune osservazioni che ci hanno portato ad ipotizzare dove potevano essersi costituiti i primi insediamenti stabili.
Innanzitutto il decumano principale (via Caselle Vecchia – via Volpiano) era un asse viario importante in quanto collegava la via fluviale del Po con le valli di Lanzo. Infatti, il prolungamento del decumano di Leinì verso est, finisce sull’attuale ponte di Chivasso e da tale punto il cardine (o cardo) elevato a nord (con un angolo di 90°) raggiunge Ivrea, città romana di Eporedia fondata nel 100 a.C. circa.
I confini delle centurie erano sovente delle strade e alcuni loro incroci sono visibili ancora oggi.
Hanno resistito al logorio del tempo in quanto proprio intorno agli incroci si sono costituiti i primi gruppi di abitazioni.
Uno di questi incroci è situato fra via Matteotti e via del Santuario (circa), l’unico nell’abitato di Leinì. Verso ovest il decumano passa proprio sopra l’altare maggiore della parrocchia: non è irrealistico supporre che qui ci fosse un tempio dell’epoca romana che con i secoli si è poi trasformato in tempio cristiano. L’ipotesi è suffragata dalla sua posizione e anche dal ritrovamento di una tegola romana con sopra incisa l’immagine di un orante. Verso sud il cardine di questo incrocio sfiora la cascina del Chiosso.
Attorno a questi tre riferimenti si può ipotizzare che abbia preso forma un insediamento via via sempre più importante.
Nella mappa riportata qui sotto, oltre alla centuriazione (in verde) e ai tre riferimenti descritti (in giallo), è anche indicato il probabile percorso originario della bealera (in blu) che sarà poi chiamata nel Medioevo Barbacana. (clicca sull’immagine per ingrandire)

A questo punto occorre fare un salto di mille e più anni per avere un’altra visibile trasformazione.
Nel 1163 il Marchese del Monferrato acquista Leinì dai signori di Lanzo e fa, si pensa, costruire la torre di avvistamento, con annesse strutture di guardia, che ancora ammiriamo nella piazza principale. Probabilmente in questo periodo aumenta l’insediamento abitativo essendo Leinì un avamposto del marchesato del Monferrato.

Nel 1300 Leinì viene affidato dal Marchese del Monferrato ai feudatari Provana che iniziano la profonda trasformazione dell’abitato.
Nel periodo seguente viene deviata la bealera che, sfiorando il “barbacane” del castello, assume il nome attuale. Essa, insieme a larghi fossati, viene costruita a difesa del borgo medievale (a sud del castello) così come appare ancora in una carta del 1719. Con il materiale asportato, scavando la bealera ed i fossati, viene costruito il ricetto a est del castello, struttura fortificata, elevata sul piano di campagna di un paio di metri, destinata alla custodia dei beni alimentari della popolazione. In questo periodo i Provana fanno anche costruire, nel 1335, i canali del Bendola e del Molino.

Oltre all’espansione urbanistica, nei secoli seguenti l’abitato di Leinì non ha più subito trasformazioni significative.