Il trasporto pubblico a Leinì nella prima metà del XIX secolo

di Toni Balbo
Come viaggiavano i leinicesi all’inizio del 1800? I meno abbienti a piedi o facendosi dare un passaggio dai carri agricoli, i benestanti avevano mezzi propri: birocci e piccole carrozze, alcuni potevano usufruire del mezzo pubblico con diligenze, tipo omnibus.
Ecco il testo di comunicazione al pubblico del servizio da Torino per Lanzo e Cuorgnè, e viceversa, con relativi prezzi e regole. Curiosa la differenza di prezzo fra l’interno e l’esterno dei posti in vettura: in mancanza di chiusure efficienti, il lato finestrino non doveva essere proprio confortevole. Già allora non si poteva fumare e i cani non erano ammessi.

SUPPLIMENTO ALLA GAZZETTA PIEMONTESE N.° 43 – Martedì 22 aprile 1834
VETTURE
IN CORSO REGOLARE DI POSTA
con Sovrano Privilegio

DA TORINO A LANZO, E DA TORINO A CUORGNÈ E VICEVERSA.
Il Mastro di Posta delle Stazioni di Torino, S. Maurizio, Lanzo e Lombardore, avendo ottenuto da S. M. il privilegio per lo stabilimento delle sovraccennate due vetture, previene il Pubblico che le medesime trovansi attualmente in corso al tiro di tre cavalli, con cambio alla stazione di S. Maurizio per Lanzo , ed a quella di Lombardore per Cuorgnè, e partono dai due punti sia di andata che di ritorno, in ogni giorno, ad eccezione delle domeniche, alle ore 6 del mattino, ed alle 3 pomeridiane; partirà però anche nelle domeniche una vettura da Torino a Lanzo alle ore 6 di mattina, e da Lanzo a Torino, alle ore 3 pomeridiane.
PREZZI DEI POSTI

Senza nome 1

Nei prezzi sovra indicati sono comprese le mancie ai Postiglioni, ed i diritti di passaggio dei fiumi.
Un fanciullo sino all’età di anni sei non fa numero fra i Viaggiatori, due però, anche appartenenti a più Viaggiatori, pagano il prezzo di un posto.
Le Vetture s’incaricano del trasporto del numerario (denaro) ed articoli di valore, e di merci ai prezzi stabiliti dalla tariffa affissa nei rispettivi Uffizi delle Vetture.
Il Mastro di Posta suddetto si rende risponsale di ogni cosa regolarmente consegnata , salvo il caso di forza maggiore giustificata, ma non guarentisce il guasto delle merci, la rottura delle cose fragili, e la perdita dei liquidi, che possono dipendere da diffetto d’imballaggio, nè gli effetti consegnati particolarmente a Conducenti o Postiglioni.
Non si potranno introdurre cani nelle vetture, né si potrà fumare o masticare tabacco tanto nei posti interni che in quelli esterni.
Gli Uffizi delle vetture sono stabiliti, cioè: in Torino in piazza d’Italia, in un locale terreno, casa Aprile, accanto al Caffè Durandi.
Cuorgnè sulla piazza e nella casa del sig. Matteo Negri.
Lanzo presso il signor Caveglia Vivi.
Torino, l’8 di aprile 1834.
TAMAGNONE Mastro di Posta.

Sulle condizioni del viaggio in quel periodo, riporto di seguito uno stralcio del libro di Antonio Gallenga, Vita nelle campagne piemontesi (Country life in Piedmont) – Edito da Chapman & Hall, Londra 1858 – solo recentemente tradotto a cura della Associazione culturale Terra Mia di Castellamonte (www.terramiacanavese.it), alla quale potrà essere richiesto.

Antonio Gallenga
“… ciò che prima di ogni altra cosa impressiona il viaggiatore al suo arrivo: nulla può essere più scioccante in questo paese delle strade, dei trasporti pubblici, e delle case cantoniere. Già prima del 1848 non erano granché, ma da allora sono peggiorate significativamente, in quanto l’impulso fornito alle opere pubbliche dalla nuova Costituzione è stato, giustamente e naturalmente, indirizzato verso le ferrovie …”
“… tutt’intorno alla capitale (Torino), fin quasi alle sue porte, persino sulla grande strada che dal Mont Cenis porta in Lombardia, non abbiamo altro che una strada che, alternativamente, o è un deserto o una palude; polvere profonda tre piedi con tempo secco, fango difficilmente guadabile dopo tre giorni di pioggia. Un amante di passeggiate romantiche non si può avventurare dieci metri fuori di città, oltre la Piazza d’Armi; le grandi pietre infide e sparse, con cui sono costruite le strade, spezzeranno gli stinchi e le ginocchia del cavallo, se non il collo del cavaliere stesso. Figuratevi che la distanza tra Castellamonte e Torino è di sole quindici miglia piemontesi, l’equivalente di ventidue miglia inglesi. Una normale diligenza in Inghilterra, dove le strade sono bel livellate, lisce come un tavolo da biliardo, le percorrerebbe in due ore. Io stesso le ho percorse a piedi in poco più di cinque ore, e la gente qui non manca mai di meravigliarsi delle mie buone gambe di camminatore solitario. Bene, ci sono due diligenze, o omnibus, che vanno da qui alla Capitale ogni giorno: in circostanze favorevoli il viaggio dura dalle quattro e mezza alle cinque ore. Un po’ di pioggia o di gelo in inverno, tuttavia, o una lunga siccità in estate, accumulano una tale quantità di fango o di polvere da richiedere per il viaggio sette, otto, anche dieci ore.”

Omnibus tipo

Omnibus